In attesa della regolarizzazione con tessera CGIL FP
la mascotte di via Carucci da la sua adesione alla causa comune.
E LA QUARTA PARTE.....
La nobile arte del cortigiano, l’oggetto essen-
ziale della sua cura, consiste nel tenersi infor-
mato sulle passioni e i vizi del padrone, per
essere in grado di sfruttarne il punto debole:
a quel punto sarà certo di detenere la chiave del
suo cuore. Gli piacciono le donne? Bisogna
procurargliene. È devoto? Bisogna diventarlo
o fare l’ipocrita. È di temperamento ombroso?
Bisogna instillargli sospetti riguardo a tutti
coloro che lo circondano. È pigro? Non biso-
gna mai parlargli di lavoro; in poche parole, lo
si deve servire secondo i suoi desideri e soprat-
tutto adularlo continuamente. Se è uno stupido
non si rischia nulla a prodigargli lusinghe
anche del tutto ingiustificate, ma se per
caso – si tratta in verità di un’eventualità
remotissima – fosse arguto o di buon senso,
sarebbe opportuno prendere qualche precau-
zione.
*****
Il cortigiano deve ingegnarsi per essere af-
fabile, affettuoso e educato con tutti coloro che
possono aiutarlo o nuocergli; deve mostrarsi
arrogante soltanto con chi non gli serve a
niente. Deve conoscere a memoria il prezzo
di tutti quelli che incontra, deve salutare con
reverenza la cameriera di una Dama in auge,
chiacchierare amichevolmente con il portiere
o il valletto del ministro, accarezzare il cane
dell’alto funzionario, inoltre non gli è permesso
distrarsi un attimo, la vita del cortigiano è
un perpetuo impegno.
*****
Il vero cortigiano è tenuto, come Arlecchino,
ad essere amico di tutti, ma senza commettere
la debolezza di affezionarsi a chicchessia;
costretto a soggiogare anche l’amicizia e la
sincerità, il suo attaccamento sarà riservato
all’uomo al comando fino al momento in cui
questo perde il potere. È necessario odiare
senza por tempo in mezzo chiunque abbia
contrariato il padrone o il favorito di turno.
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